Trovo che l’articolo con cui David Julian Price se n’è uscito su Huffpost UK sia veramente simpatico.
Innanzi tutto Price è competente (sa di cosa parla), si spiega (uno capisce quello che dice) e usa un intelligente umorismo (diverte senza perdere autorevolezza). Tutto quello che uno come Tremonti avrebbe sempre voluto essere e per quanto ci provi non sarà mai, a ben vedere.
David Julian Price, dunque ha reso pubblico il suo pensiero sulla triste storia della radio digitale in Regno Unito. Sull’ argomento la penso esattamente come lui: si tratta basicamente di un’operazione di puro spreco di denaro pubblico, dovuta a incompetenza e forse a interessi ben poco commendevoli. Ma la Gran Bretagna è altrove, ben altre sciagure sociopolitiche ci attanagliano; prendiamola sul leggero e divertiamoci a compilare pigramente, a puntate, un elenco delle migliori riflessioni di David Julian Price sulla situazione della radio digitale nel Regno Unito.
- Se la radio digitale fosse una volpe, la cosa più umana da fare sarebbe spararle.
- Il time-limit per lo switchover obbligato al digitale in UK è stato fissato al 2015. Mancano meno di quattro anni e il progetto è in confusione totale; se il progetto per le Olimpiadi del 2012 si fosse trovato in questa situazione tre anni fa, qualcuno nel governo sarebbe stato costretto a dimettersi.
- William Rogers, responsabile del consorzio di emittenti locali UKRD, ha fatto sapere che “la scadenza del 2015 per lo switchover è morta e sepolta ( is dead in the water), sarebbe meglio svegliarsi e ammetterlo”.
- I problemi che il DAB deve risolvere sono miliardi: tanto per cominciare quello della volontà politica e dei costi a carico dei contribuenti, nodi non facili da sbrogliare. Poi viene la questione della copertura, di soluzione difficile e costosissima, senza contare l’andamento delle vendite dei ricevitori che procede a ritmi scoraggianti.
- Ma non è tutto. Esistono a monte ben altri problemi di difficile, probabilmente impossibile soluzione, come…
Continua nella prossima puntata.