Ci sono notizie importanti che mi sfuggono, ed è un peccato. Sono per esempio uno dei pochissimi a non avere esultato, un paio di settimane or sono, per l’assegnazione del prestigioso Premio Personalita’ europea 2010 al dottor Aldo Papa, l’ex precario RAI assurto alla direzione dei servizi di publica utilità grazie alla Lega Nord. I servizi di pubblica utilità RAI, per chi non lo sapesse, comprendono: la Filodiffusione, sistema storico per il quale non è possibile acquistare terminali d’ascolto dato che da decenni nessuno li costruisce; CIS-Viaggiare informati, che produce brevi bollettini di infomobilità inseriti nei palinsesti di RadioRAI, e il noto Isoradio 103.3, da ormai vent’anni croce e delizia dei pendolari, dei camionisti e dei vacanzieri bloccati in autostrada.
Isoradio è un servizio di pubblica utilità decisamente curioso. Finanziato con denari del contribuente, per qualche strana e molto “itaglian” alchimia finanziaria non funziona affatto su tutto il territorio nazionale bensì si occupa – sia come copertura di news sia come strutture di trasmissione – esclusivamente della rete Autostrade per l’Italia SpA più qualche tratta gestita da altre aziende, ma non dell’intera rete nazionale. Il resto, per Isoradio non esiste – o esiste solo nei collegamenti con CIS. Uno, per esempio, va da Genova a Milano percorrendo la A7? Ebbene, passata Serravalle Scrivia il segnale Isoradio sparisce. In caso d’incidente fra Tortona e Castenuovo, si finisce in coda perché Isoradio non solo non si sente più, ma neanche l’aveva detto quando il il suo segnale era forte e chiaro. Si va a Livorno? Stessa cosa per la tratta daSestri Levante a Livorno, e si potrebbe andare avanti per un bel po’.
E’ ipotizzabile che addentrarsi nei garbugli finanziari di questa ennesima anomalia italiana sarebbe un’esercizio illuminante ma deprimente; lasciamo perdere. Sta di fatto, comunque, che con i nostri soldi si è realizzata una gigantesca struttura che discrimina i propri utenti su basi del tutto estranee alla sua mission. Così come stanno le cose, molto meglio seguire l’infotraffico di Radio 24 che sarà pure stringato e non troppo frequente, ma almeno è affidabile e informa sulle eventuali difficoltà presenti sulla strada senza fare figli e figliastri.
Il resto di Isoradio è solo condimento: una colonna sonora quasi esclusivamente made in Italy, con interpreti e soprattutto autori così ricorrenti da evocare qualche strano percorso privilegiato per i versamenti dei diritti d’autore; titoli dei giornali radio; qualche servizio sul settore trasporti e molti, troppi riempitivi all’interno di una conduzione non di rado svogliata. Servizio pubblico, insomma.
La buona notizia è che, come sempre, l’ inadeguatezza del servizio pubblico lascia terreno all’iniziativa privata. Le emittenti locali FM si ritrovano, volendo, con un mare di opportunità per inserirsi nel lucroso mercato dell’ infomobilità. Le nuove tecnologie di distribuzione dei contenuti attraverso reti avanzate aprono orizzonti impensati per chi sappia avere la creatività e la visione necessarie a immaginare network di infomobilità decentrati, capillari, interattivi, flessibili, aggiornati, veramente utili e pertanto seguiti e quindi giustamente redditizi. Certo, se si preferisce trasmettere hit-parade e notiziari d’agenzia perchè costa poco in termini di innovazione e apertura mentale, come non detto: ci teniamo il Premio personalità europea, ci congratuliamo con il dottor Papa per l’altissima professionalità e tutti contenti. Ma non lamentiamoci, poi, se arrivano prima i cinesi.